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Goffredo da Bussero (sec. XIII) nel suo Liber Notitiae Sanctorum Mediolani nell'elencare le chiese della diocesi dedicate a S. Biagio scrisse: ”Item in loco bugontio, plebis de marliano”. Dunque a Bigoncio già in quel tempo c'era una chiesa che aveva come titolare S. Biagio.
La chiesetta anticamente non apparteneva alla parrocchia di Villa Romano', ma quella di Arosio: fu S. Carlo che, in seguito, la aggregò a Villa Romano' nel 1582 dopo la Visita pastorale compiuta da lui personalmente; infatti la gente di Bigoncio reclamava, poiché distante un miglio da Arosio, mentre distava sa Villa Romano' solo un quarto di miglio.
La chiesa fu visitata da padre Leonetto Clivone, delegato del card. Carlo Borromeo, il 3 dicembre 1566: era piccola, col solo tetto di tegole senza soffitto, il pavimento in sasso vivo era rotto. La gente diceva che la chiesetta era delle monache del Monastero Maggiore di Milano, che dovevano avere i beni di terreni da quelle parti. da più di un anno le monache non si curavano di far celebrare la Messa, pur avendo terreni che si estendevano per più di un miglio. Il buon popolo vi faceva celebrare a sue spese.
Il Visitatore allora prese una tremenda decisione contro quelle monache di Milano: comandò di chiudere la chiesetta e proibì sotto pena di scomunica al fittabile, certo Gilberto de Mirantibus, di pagare l’affitto alle monache.
Nella visita pastorale compiuta personalmente dal card. Federico Borromeo nel 1606, la chiesa di S. Biagio era diroccata; nei decreti si dice di ricostruirla in quella forma che aveva prima che cadesse in rovina, e tenerla chiusa fino a restauro ultimato.
Nel 1740 viene decretata la “sospensione” della chiesa di S. Biagio dal Visitatore mons. Giovanni Calchi. Si aprirà di nuovo al culto solo quando saranno fatti i necessari restauri e si provvederà ad una suppellettile più decente.
Nel 1815 il parroco don Michele Bergomi chiede al Vicario Capitolare generale di concedergli la facoltà di benedire l’Oratorio di S. Biagio “il quale ora viene decentemente riadattato”.
La chiesa di S. Biagio viene donata alla parrocchia di Villa Romanò
Nella seconda metà del Settecento la chiesetta era ancora proprietà del Monastero Maggiore di Milano. Più tardi passò alla nobile Famiglia Perego. Nel 1952 il conte Perego di Cremnago, residente in Arosio, decideva di donare la chiesetta alla parrocchia. Il Cardinale ne era informato e autorizzava l’accettazione della donazione. Si trattava ora di sistemarla. La popolazione di Bigoncio convinta della necessità di riordinare la chiesetta prometteva di corrispondere con generosità.
Restauro della chiesa
Preparato il progetto dall’arch. Paolo Mezzanotte, il 20 marzo 1952 iniziavano i lavori di restauro della chiesetta di S. Biagio, per opera del capomastro Ettore Frigerio di Inverigo.
I restauri venivano ultimati il 9 agosto. Il giorno dopo si fece l’inaugurazione. Sul campanile, rimesso a nuovo, fu installato un piccolo concerto di tre campane. Il Liber Chronicus così recita: “Presente il prevosto di Mariano C., le autorità con l’on. Luigi Meda, e una grande folla: ore 10.00 S. Messa e benedizione delle campane, ore 17 processione”.
Un concerto di cinque campane
Il concerto di tre campane fu subito giudicato troppo modesto, per cui ben presto si pensò ad un concerto più completo. Infatti, il parroco don Giovanni Ponzoni, nel mese di ottobre del 1952, ne dava l’annuncio: “Avremo cinque campane. Rinnoviamo il nostro grazie ai benefattori Galli Ercole e Radaelli Angelo.
Siamo riconoscenti a tutti coloro che hanno sottoscritto o sottoscriveranno per la campana dedicata ai Caduti in guerra del nostro Comune. Ringraziamo il rag. Enzo Costantini che vuole una campana dedicata alla memoria di Alessandra Testori in Costantini. Pure un vivo ringraziamento alla famiglia Consonni che vuole ricordare con una campana il sig. Giuseppe Consonni.
Come a Rovereto la grande campana dei Caduti è dedicata alla Madonna Addolorata, così la nostra piccola campana porta la stessa dedica. Ogni sera la voce di Maria dolens richiamerà alla nostra memoria coloro che più non tornarono e quel suono ci indurrà a pregare per loro.”
La frazione di Bigoncio passa dalla parrocchia di Arosio a quella di Villa Romanò
Con un decreto del card. Colombo del 22 ottobre 1969 la frazione Bigoncio veniva smembrata dalla parrocchia dei SS. Nazaro e Celso in Arosio per essere unita alla parrocchia di S. Lorenzo in Villa Romanò.
(tratto da Storia della Parrocchia di Villa Romanò di Eustorgio Mattavelli -
scritto su incarico di don Giovanni Ponzoni in occasione del 40° di parrocchia)